Nell’ultimo episodio di Close the Glass Loop si è cercato di capire, infatti, come le persone partecipino alla raccolta del vetro e al suo smaltimento alla “fonte”, dato che l’intera catena di riciclo dipende molto da questo. Ormai si sa: più pulita e corretta è la fase di raccolta, meglio è per tutti i successivi procedimenti che mirano a riciclare e rivalorizzare il vetro. Tuttavia, se il consumatore non smaltisce la sua bottiglia, il barattolo o il flacone di vetro, allora sarà molto difficile che essi ritornino nel circuito di riciclo.
Noi giochiamo un ruolo cruciale nella fase di raccolta? Eccome!
È ovvio che noi rappresentiamo un tassello imprescindibile alla “fonte” del processo di smaltimento del vetro, dato che tutto inizia da lì. E quello che hanno cercato di fare gli esperti di questa sessione è stato invogliare le persone ad essere più caute nei confronti del vetro. Non a caso, nella veste di consumatori “pro-sociali” e stimolando gli altri a fare bene, noi possiamo fare molto per rafforzare il funzionamento di quell’economia circolare che mira a “chiudere” il circuito del vetro, cioè a far sì che tutto il vetro sia riciclabile.
“Smart” ed ecosostenibilità: due fattori ormai interconnessi
Michelle Gibbons, Direttrice Generale di AIM, è stata la prima esperta a prendere parola, e ha subito parlato di un approccio “smart” da parte dell’associazione di cui è a capo. La AIM, infatti, rappresenta e supporta numerosi produttori di beni di consumo europei sulla progettazione, distribuzione e commercializzazione dei propri prodotti e marchi. I suoi membri sono uniti nello scopo di creare marchi evocativi, sostenibili e quindi affidabili al fine di soddisfare le aspettative dei consumatori. Si tratta quindi di un approccio ecosostenibile al brand alla cui base vigono principi quali l’ottimizzazione delle risorse e l’utilizzo di materiale riciclato. Un orientamento alla sostenibilità e all’anti-littering. Tutti fattori che garantiscono una sostenibilità dei marchi alla radice della loro produzione.
“Nudge”: perché è cruciale?
“Nudge” significa “spinta”, o “spintarella”. È un termine che implica riuscire a plasmare in modo positivo le abitudini degli altri, che siano quelle di un marchio o dei consumatori. E come si fa? Semplicemente spronandoli ad abbracciare abitudini più sane facendo leva sul “cambiamento” del loro comportamento, enfatizzando uno stile di vita intelligente. In poche parole, si tratta di economia comportamentale, di un discorso che riguarda concetti come istruzione, informazione, marketing e comunicazione. Ma più semplicemente si parla di responsabilità sociale e di “riprogettazione creativa” del comportamento. Delle tematiche davvero interessanti e sempre attuali.
In Spagna il riciclo del vetro va a braccetto con le campagne di sensibilizzazione
Un altro intervento importantissimo è stato tenuto da Mariona Cruz Juli, Coordinatrice Marketing di EcoVidrio. EcoVidrio, infatti, che è un ente no profit dedito alla gestione della raccolta dei contenitori in vetro in Spagna, si impegna in campagne sociali che sensibilizzano su questioni davvero delicate. Per esempio, otto anni fa ha lanciato a Madrid una raccolta del vetro impiegando i contenitori color rosa, in nome della lotta contro il cancro al seno. Questa iniziativa, che si è diffusa in altre 60 città spagnole, con più di 250 container sparsi nelle zone locali, ha permesso di raccogliere un fondo davvero prezioso per le donne malate di cancro.
L’esempio di Vidrio+
Infine, a chiudere la sessione è stata Luisa Magalhães, Direttrice Esecutiva di Smart Waste Portugal (SWP), che ha introdotto la piattaforma Vidro+. Vidro+ è un’iniziativa collaborativa che mira a potenziare i rapporti tra i diversi attori della catena del riciclo del vetro in Portogallo, interagendo con il mercato nazionale, università, centri di ricerca, associazioni e varie ONG. La “vision” di Vidrio+ è quella di promuovere l’uso del vetro riciclato nella produzione di nuovi packaging. Questo perché i tassi di riciclo del vetro, in
Portogallo, sono tra i più bassi in Europa, di conseguenza, secondo Luisa Magalhães, la collaborazione è essenziale.
Come coinvolgere gli altri per far sì che il “loop” venga chiuso?
È essenziale collaborare con produttori a livello locale e nazionale, con rivenditori, i consumatori, gli enti, i sistemi comunali, autorità governative. Tutti devono fare la loro parte per garantire un’auspicata “circolarità infinita” del vetro in riferimento al suo riciclo. Vidrio+, a tal proposito, è una delle organizzazioni senza scopo di lucro più collaborative in Portogallo, che unisce la collaborazione tra enti pubblici e privati alla promozione della ricerca, del pragmatismo e dell’innovazione. Questo per assicurarsi, nella veste di “polo aggregante” di interessi comuni, che i suoi obiettivi vengano realizzati a breve termine.
Tutti questi interventi rimandano a una “call to action” davvero necessaria di questi tempi, che fa leva su “modelli motivazionali” per orientare correttamente il comportamento dei consumatori.
Per ulteriori approfondimenti su Close the Glass Loop, sui suoi prossimi eventi e sulle varie iniziative internazionali legate al riciclo del vetro, visitate il sito closetheglassloop!