Close The Glass Loop: un ciclo lungo un anno
Il 30 Giugno si è festeggiato un anno di Close The Glass Loop, piattaforma europea targata FEVE (e in stretto dialogo con il mondo horeca). Un anno quindi di informazione, divulgazione, sostegno concreto e azione capillare per creare una salda catena di raccolta, differenziazione e riciclo del vetro. Un anno, senza dubbio, difficile. L’Europa, come tutto il mondo, ha dovuto affrontare un’emergenza sanitaria, chiusure diffuse e improrogabili.
Eppure, un anno che ha portato con sé anche qualche buona notizia: a casa, molti cittadini europei hanno imparato a differenziare meglio e di più. Guardiamo ai dati italiani: nel primo quadrimestre del 2020 il riciclo del vetro è cresciuto del 5% – carta 10%, acciaio addirittura 17%. Questo significa aver raggiunto in anticipo gli obiettivi europei preposti per il 2025 – e aver dato il via a un generale trend positivo, che ad ora non mostra di arrestarsi -.
Torniamo però all’oggi. In questi mesi, come forse mai prima, ci si interroga sulle riaperture e sulla loro sicurezza (per i cittadini e per l’ambiente). In particolare, il settore horeca ha fatto propria l’esigenza di sostenibilità e attenzione ambientale che l’ultimo anno ha reso impellente. E quindi: leviamo i calici a questo anno di Close The Glass Loop, e alla ripresa dei servizi di ospitalità – e chiediamoci, soprattutto, come queste due dimensioni possano dialogare, per creare una value chain inscalfibile. Si parla infatti di un settore estremamente ampio e diffuso, che coinvolge clienti, piccole e grandi imprese, istituzioni e organizzazioni governative. E, soprattutto, di un mondo trasversale, esteso in tutta Europa.
Spiega Marie Audren (Direttore Generale HOTREC) che il settore horeca è come una grande casa: dove numerose persone s’incontrano, per condividere un pasto o un drink – dalla colazione all’aperitivo, e oltre -. In questa grande struttura, in cui vige un continuo andirivieni di ospiti, come agire per assicurarsi che l’utilizzo, la raccolta, il riciclo e la redistribuzione del vetro siano efficaci – di locale in locale, di albergo in albergo?
…E un ciclo grande tutta Europa
Vanessa Chesnot (FEVE) racconta quindi le undici piattaforme che Close The Glass Loop ha come proprie “alleate” in tutta Europa: si va dall’Italia al Portogallo, passando per Inghilterra e Svezia. Ciascuno opera a suo modo: in alcune regioni è preferibile agire attraverso il refill del packaging, e dunque utilizzando alimenti alla spina, e un numero chiuso e stabile di bicchieri, bottiglie e stoviglie. In altre, si opera intensificando la distribuzione e la raccolta dei contenitori, che dunque vanno incontro a un ciclo continuo.
Ogni Paese ha infatti le proprie particolarità. Dal dialogo con i vari rappresentanti nazionali, ad esempio, emerge come rilevante anche la differenza culturale. Parliamo di aperitivo? Non tutti i Paesi ne condividono l’orario, e non tutti i Paesi sono egualmente fan della birra alla spina… Altrove, è preferibile la classica e intramontabile bottiglia. O ancora: non tutti i locali sono equidistanti dal centro di raccolta e smistamento. In questo caso, operare il classico ciclo del riciclo diventa più dispendioso, anche banalmente rispetto al livello di emissioni. E si torna dunque alla soluzione refill… Rispettare queste tendenze, e cercare di anticiparle per meglio pilotarle, è dunque l’unico imperativo condiviso. Questo il modo per sviluppare una Best Practice grande tutta Europa!
Che fare? Soluzioni su misura
«Alla luce di questo anno, mi sembra necessario ringraziare questa comune mobilitazione da tutte le regioni europee. È stata davvero efficace per chiudere il (ri)ciclo del vetro, e mantenere questo prezioso materiale in circolo, senza incorrere in sprechi», spiega Adeline Farrelly (FEVE). «Non vogliamo certo fermarci qui: ad oggi stiamo implementando il dialogo con le varie municipalità, per venire incontro al settore horeca, e rendere la sua ripresa il più sostenibile possibile. Ci auguriamo un anno a venire altrettanto proficuo!». Close The Glass Loop si impegna, quindi, per creare non tanto una soluzione unica per tutti, ma un ampio format da cui prendere ispirazione, rendendolo sempre di nuovo su misura.
In questo modo, si vedono proliferare modelli virtuosi, che ciascun soggetto (politico, nazionale, regionale, privato) può fare proprio, a partire dalle proprie condizioni e dalle proprie, specifiche, necessità. Un esempio: la Spagna ha perfezionato delle bottlebank con una bocca ampia, di modo che siano utilizzabili anche dai locali con una clientela – e un numero di bottiglie impiegate – più ampia. Soluzione che altri Paesi mostrano di voler condividere, prendendo ispirazione! E questo viaggio, e ricerca verso il meglio, è sempre in atto: o sempre il circolo – come il nostro vetro.