Oggi, primo marzo, è la giornata internazionale del barista, o world barista day. Si avvicina la stagione calda, le giornate si allungano: un’occasione per celebrare questa ricorrenza con un buon caffè shakerato, servito come da tradizione nell’intramontabile coppetta da cocktail in vetro, o coppa martini.
Un po’ di storia
Come da copione, trucco fondamentale per la buona riuscita della miscela è che il bicchiere sia freddo. Mettiamolo dunque a refrigerare, e nel frattempo diamo una rinfrescata anche alla sua storia. Chiunque ha ben in mente il profilo slanciato e la coppa a cono che hanno reso il bicchiere iconico. Ma forse non tutti sanno che è il 1925 l’anno in cui, per la prima volta, il suo limpido vetro ha calcato le scene. Presentato al pubblico durante l’Esposizione Universale di Parigi, il bicchiere da martini non è più stato “abbandonato” dai riflettori della ribalta. La sua origine in realtà precede questa data, per perdersi nei fumi del passato (e nel fumi dei primi cocktail bar). Leggenda vuole infatti che fosse stato utilizzato nella preparazione del primo Dry Martini, ideato da un omonimo bartender per il rinomato John D. Rockfeller.
Adesso un balzo in avanti: reso iconico anche dal personaggio di James Bond (che voleva il proprio drink “agitato, non mescolato!”), è ottimo per le preparazioni che hanno necessità di rimanere fredde, data l’alzata che ne garantisce una corretta impugnatura. Il gambo affusolato e stretto consente infatti una presa salda, che non riscaldi il contenuto della coppa. La sua limpidezza consente di gustare con gli occhi la miscela e di apprezzarne eventualmente la composizione in strati, di cui il colore è mantenuto inalterato. Non solo: ricordiamo inoltre che, come ogni recipiente in vetro, ha il grande pregio di mantenere intatto, esaltando al meglio, il sapore degli ingredienti! Per tutti questi motivi, cui si aggiunge una grande versatilità (dal Martini al Cosmopolitan, al nostro analcolico caffè shakerato, tutti richiedono una coppa martini) e un profilo leggero ed elegante, resta in assoluto simbolo e icona di ogni bere miscelato.
La ricetta
Torniamo allora alla nostra preparazione. Lo shakerato è una bevanda dalla realizzazione estremamente semplice, che deve la sua riuscita a pochi essenziali “trucchi”: una miscela non troppo amara, il sopracitato bicchiere dallo stelo allungato e l’utilizzo di uno zucchero liquido.
Mettiamoci all’opera:
- mentre lasciamo a raffreddare la coppa martini, riempiamo lo shaker con una decina di cubetti di ghiaccio, e uniamo lo zucchero liquido (che volendo può essere sostituito da uno sciroppo di nocciola o mandorla).
- travasiamo il caffè nello shaker. È importante che questo sia l’ultimo ingrediente ad essere inserito, così che il ghiaccio non si sciolga troppo rapidamente. La bassa temperatura della miscela fa sì che la schiuma rimanga corposa e e compatta. Chiudiamo e mescoliamo con decisione per una dozzina di secondi.
- versiamo, filtrando il ghiaccio, la nostra miscela nel bicchiere precedentemente raffreddato.